L’aumento del costo della tazzina di caffè è un fenomeno che sta attirando l’attenzione di molti consumatori, soprattutto in Italia, dove il caffè è un simbolo di convivialità e cultura. Questo incremento non è un caso isolato, ma il risultato di una combinazione di fattori economici globali e locali che stanno incidendo sul prezzo finale della bevanda più amata dagli italiani.
Nel 2021 un caffè costava mediamente 1 euro e 3 centesimi. In diverse città costava meno di un euro e in nessuna città più di un euro e 20: quello più costoso era a Bolzano, mediamente venduto a 1,18 euro. Nel 2024 il costo del caffè è aumentato parecchio e 1,18 euro è diventato il prezzo medio, con diverse città in cui si supera l’euro e 20, come Bolzano, Trento, Trieste, Pescara, Bologna, Torino e Venezia. Oggi in Puglia il prezzo non si è ancora realmente adeguato alla reale necessità di 1,30 e il costo della tazzina di caffè è ancora di un 1 euro.
Cause dell’aumento del prezzo della tazzina di caffè, amata dagli italiani
In generale il caffè diventerà sempre più un un prodotto costoso, perché viene da una pianta particolarmente delicata coltivata in specifiche condizioni ambientali in alcune regioni di America Latina, Asia e Africa, e potrà diventarlo ancora di più per via degli effetti del surriscaldamento globale.
Le principali cause e concause che influiscono contemporaneamente al’aumento del costo della tazzina di caffè sono:
1. Prezzo delle materie prime: Il costo del caffè verde, la materia prima per la produzione di caffè, ha subito un forte aumento a causa di condizioni climatiche sempre più estreme nei paesi produttori come Brasile e Colombia. Siccità, gelate e cambi repentini o altri eventi estremi hanno ridotto le rese agricole, spingendo in alto i prezzi.
2. Crisi energetica e trasporti: Il rincaro dei costi energetici e del trasporto, conseguente a fattori geopolitici come le guerre e la ripresa della domanda post-pandemia, hanno inciso anche sui costi di produzione e distribuzione (trasporti navali) del caffè.
3. Inflazione: L’inflazione generale ha colpito molti settori dell’economia, e quello della ristorazione non è esente. I costi delle forniture, degli affitti e della manodopera sono aumentati, spingendo molti esercizi a ritoccare il prezzo della tazzina ma mai adeguatamente a quello del reale rialzo dei costi.
4. Aumento della domanda globale: Con la crescente popolarità del caffè nei paesi asiatici e con l’espansione di nuove forme di consumo, la pressione sui mercati internazionali è aumentata, così da favorire una continua attenzione e speculazione finanziaria sul mercato del caffè. Questo ha portato a una maggiore competizione per le forniture di alta qualità, con la normale conseguenza del rialzo dei prezzi.
Saicaf in Puglia e nel Sud Italia, brand noto sull’intero stivale, punta a tenere salda la tradizione del buon caffè e a preservare la materia prima, affinché il cliente sia sempre appagato dal gusto irrinunciabile di un buon caffè al bar, la vera casa dell’espresso.
Le ripercussioni per i consumatori
Per i consumatori italiani, che considerano il caffè un rito quotidiano irrinunciabile, l’aumento dei prezzi può sembrare una sfida. In molte città, il prezzo medio di una tazzina è salito da 1 euro a 1,20 euro o più, con punte ancora più alte nelle grandi metropoli. Tuttavia, sebbene il prezzo della tazzina stia aumentando, per molti italiani resta un piacere quotidiano di cui difficilmente faranno a meno. L’aumento dei costi, pur significativo, non sembra destinato a spegnere l’amore per questa bevanda iconica. L’Italia peraltro, la patria del caffè, resta il paese in Europa, dove il costo della tazzina del caffè continua ad essere il più basso in assoluto, come mostra il grafico:
Nelle principali città italiane, il rito del caffè espresso continua a rimanere un rito accessibile a tutti, a differenza delle altre città d’Europa che hanno da tempo avviato un aumento progressivo del prezzo dell’espresso.